LO SPENDORE DEI SUPPLIZI
venerdì 18, sabato 19 ore 21.00
domenica 20 ore 18.00
Nuovo Teatro Abeliano, via P.M. Kolbe Bari Japigia
biglietti:10€ in prevendita presso il teatro e su:
Guarda il trailer:
Uno spettacolo che parla dell'assurdità dei tempi che viviamo. Un palcoscenico allestito a patibolo che contiene quattro storie di supplizio, insieme comiche e amare. Un gioco divertente e crudele in cui vale la regola del "chi la fa, l'aspetti".
Quattro ministorie, o quadri, su tormenti e tormentati del nostro tempo. Due davvero molto belle, ironiche e disperate. Tentativo di fotografare un poco delle nostre giornate, con frustrazioni e passioni non sempre decenti, affidando agli attori il senso tragicomico di una loro disperata verità, ma deformandone il volto, il gesto e gli umori. Teatro di tendenza, corpo, parole, emozioni
Giulio Baffi, Quartaparete
I due autori/attori offrono sul piatto del carnefice una selezione di supplizi pubblici che vanno a punire vizi magari più tradizionali (l’inappetenza sentimentale di coppia, la schiavitù compulsiva del gioco, il razzismo ignorante, il fondamentalismo alimentare) ma ben radicati nel contesto italiano. Come in quella vecchia canzone nazional-popolare che assimilava al ribasso tutta la provincia “da Trieste in giù”, la stupidità leghista non ha confini regionali, e nemmeno la cocciutaggine nell’alimentazione vegana o il culto del videopoker.
Roberto Canziani, Hystrio
Quattro ministorie, o quadri, su tormenti e tormentati del nostro tempo. Due davvero molto belle, ironiche e disperate. Tentativo di fotografare un poco delle nostre giornate, con frustrazioni e passioni non sempre decenti, affidando agli attori il senso tragicomico di una loro disperata verità, ma deformandone il volto, il gesto e gli umori. Teatro di tendenza, corpo, parole, emozioni
Giulio Baffi, Quartaparete
I due autori/attori offrono sul piatto del carnefice una selezione di supplizi pubblici che vanno a punire vizi magari più tradizionali (l’inappetenza sentimentale di coppia, la schiavitù compulsiva del gioco, il razzismo ignorante, il fondamentalismo alimentare) ma ben radicati nel contesto italiano. Come in quella vecchia canzone nazional-popolare che assimilava al ribasso tutta la provincia “da Trieste in giù”, la stupidità leghista non ha confini regionali, e nemmeno la cocciutaggine nell’alimentazione vegana o il culto del videopoker.
Roberto Canziani, Hystrio