lunedì 20 gennaio 2014

Reportage - "Il tè in Giappone tra ritualità e poesia" - La sacralità racchiusa in una tazza


Sotto la stella del mattino
piccola eco in una teiera d’ottone
il canto di un cuculo.


(Akutagawa Ryūnosuke)

 Un pomeriggio “wabi – sabi”, mentre fuori la vita scorre incessante come la pioggia, in un luogo piccolo, ma prezioso e accogliente, in cui il “culto della bellezza” è in costante divenire.
“Il tè in Giappone tra ritualità e poesia”, per la prima volta a Bari, è stato per due ore un perfetto locus amoenus, un nido delicato e poetico.
Tra le mura di “Dimore oggettieprogetti”, Marilù Ardillo ci ha condotti, in punta di piedi, alla scoperta della bevanda più antica dell’umanità e della meravigliosa cultura giapponese. Un’esperienza sensoriale pregna di fascino e autenticità, di cultura e arte, di magia e ritualità.

L’amore e la devozione racchiusi in una tazza calda che diventa compimento di una poesia senza tempo che può raggiungere e conquistare solo chi si mette in ascolto.
Marilù Ardillo si è posta in ascolto di questo mondo circa dieci anni fa e il tè è diventato la sua passione, passione che diffonde con estrema attenzione e dedizione attraverso il suo "Insieme a tè"  e attraverso questo tipo di eventi che sono una cura per il cuore. 
 

 Selezionatrice e importatrice di tè, Marilù ha meravigliato i nostri palati con una selezione di tè puri e pregiati, come il Gyokuro Temomi, tè raccolto, lavorato e pressato completamente a mano dal maestro Toshikazu Yamashita, uno dei dodici “tea master” presenti in tutto il Giappone e riconosciuti dal governo “tesori culturali intangibili”.
La degustazione di tre capolavori, accompagnati da delizie culinarie, per i quali pensi che tutto il tè bevuto prima non era degno di portare tale nome. 
 
Mentre tra le mani tazzine profumate e fumanti ci conducevano nelle stanze del tè di Kyoto, Marilù ci ha accompagnati in un percorso interamente dedicato al tè, dalla sua comparsa ai suoi luoghi e alle varie tipologie, dalla coltivazione alla lavorazione, fino a giungere nel “posto della bellezza”, la stanza del tè, che i giapponesi chiamano “chashitsu” la casa del vuoto: un posto essenziale, pulito “da tutte le polveri del mondo”, sgombro di ogni cosa superflua, dove per entrarci occorre chinarsi in atteggiamento di umiltà e dove ogni giorno si perpetua la magia della cerimonia del tè (cha no yu).
L’attesa, il calore, la purezza, il raccoglimento, la serenità e l’armonia vengono custoditi in una tazza.
Un pomeriggio da dedicare a se stessi e alla bellezza di una cultura lontana e colma di suggestioni. Per chi ha ancora voglia di fermarsi, di rallentare… di sognare. 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 







4 commenti:

  1. Proprio una cultura quella del te... Bello questo post, interessante

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    1. una cultura meravigliosa ed affascinante! grazie per essere passata di qui! :)

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  2. Ciao! Hai descritto magnificamente il pomeriggio che anche io ho avuto il privilegio di condividere.

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    1. Grazie mille! si, è stato un privilegio per noi assaporare l'autentico Giappone! al prossimo appuntamento con Marilù! :)

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