Non ci sono abbastanza superlativi per descrivere lo
spettacolo che Avishai Cohen e il suo trio sono riusciti ad offrire agli spettatori
del Locus stasera, ma ci vogliamo provare a modo nostro… partendo da un grillo.
Si, perché da prima che i tre musicisti salissero
sul palco un simpatico e rumoroso grillo sembrava voler dominare piazza Aldo
Moro con il suo canto intenso e squillante. E ha continuato a farlo anche sulle
prime esecuzioni dei musicisti. Ma come sempre accade davanti alla bellezza
grande e pura, anche il grillo ha dovuto cedere le armi, come estasiato da
quello che si stava concretizzando sul palco.
Bellezza, nel suo stato più puro ed
essenziale, è quello che Avishai Cohen ha saputo materializzare sul palco del
Locus festival: una bellezza fatta di tutte le sfumature che la musica può generare,
fatta di commistioni e variazioni, fatta di jazz, ma anche di musica
tradizionale e classica, fatta di assoli portati al limite delle capacità umane
e di dolcissime, semplici e malinconiche note sussurrate in spagnolo.
Tutto questo con
una partecipazione e un’intensità che portano Cohen a toccare il
contrabbasso in tutti i modi possibili, tali da far risuonare le più minute fibre del
suo legno. Anche il grillo alla fine, a bocca
aperta, non ha potuto far altro che offrirgli la sua standing ovation.
Stay Locus!
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