Mirko
Signorile, pianista barese da tempo affermato nel
panorama musicale nazionale e che vanta numerose collaborazioni con artisti di
calibro internazionale quali Dave
Liebman, Greg Osby, Coung Vu, Enrico Rava, Paolo Fresu, David Binney, Gianluca
Petrella, Fabrizio Bosso, Gaetano Partipilo, Roberto Ottaviano, Davide Viterbo,
il 30 novembre 2012 ha pubblicato il suo sesto album intitolato “Magnolia” (Auand records). È un lavoro
composto da 11 brani originali scritti e arrangiati sapientemente da Signorile
e dai suoi compagni d’avventura: Giovanna Buccarella (violoncello), Giorgio
Vendola (contrabbasso), Fabio Accardi (batteria), Cesare Pastanella (percussioni)
e con la partecipazione di Giovanna Carone (voce).
Nell’album
Mirko crea melodie giocate sulla successione di brevi frasi musicali, semplici ma in
grado di creare atmosfere fortemente immaginifiche che gradualmente, attraverso
i crescendo, aprono agli spazi di una virtuosa e gioiosa improvvisazione
jazzistica.
Abbiamo incontrato Mirko
per conversare con lui e conoscere qualcosa di più sul suo percorso musicale e
su “Magnolia”.
Come e quando è iniziato il
tuo rapporto con la musica?
Il
mio amore per la musica è iniziato da quando sono nato. Sono cresciuto in una
famiglia con la passione per la lirica, soprattutto Puccini, ma anche per le
canzoni d’autore e il rock psichedelico. Mio padre comprò un pianoforte
verticale Baltur quando avevo 3 anni. A lui piaceva suonarlo cercando le note
ad orecchio. Era una passione che si portava dentro da anni e spesso, nei ristoranti
dove lavorava, nei tempi di pausa si avvicinava al pianoforte e improvvisava.
Così, come dicevo, il pianoforte ha incominciato a farmi compagnia fin da
quando ero piccolo. All’età di 6 anni ho preso le prime lezioni di musica e da
allora non ho mai smesso di suonare.
Quali sono stati e
quali sono i tuoi maestri?
Ho
studiato per diversi anni presso l’Accademia musicale di Modugno diretta dal M°
Battista Bia. Ho
preparato con lui l’ottavo anno di pianoforte. Dopo l’esame, avendolo superato
brillantemente, feci domanda per entrare nel Conservatorio “Niccolò Piccinni” di
Bari. Qui ho frequentato gli ultimi due anni studiando con il M° Giuseppe
Domenico Binetti. In quegli anni già suonavo jazz, soprattutto fusion. Avevo
voglia di saperne di più e di approfondire il linguaggio. Così per puro caso
scoprii il pianista Gianni Lenoci con il quale ho studiato per tre anni. È stato
fondamentale per la mia crescita ed evoluzione. Mi ha fatto scoprire musica che
probabilmente senza di lui non avrei ascoltato. Soprattutto mi ha trasmesso
l’importanza del tocco pianistico e della curiosità musicale. Grazie
a lui ho imparato ad amare artisti come Paul Bley e Luca Flores, che occupano
un posto speciale nella mia sensibilità.
Su quali linee si è mosso
il tuo lavoro di ricerca musicale fino ad ora?
La
mia ricerca si muove senza seguire un percorso prestabilito. Ho sempre suonato
ciò che sentivo di suonare. Il mio primo disco “In full life” prendeva spunto
dal free jazz e dalle nuove scene musicali newyorkesi. “Magnolia”, invece, è un
disco evocativo, molto melodico e anche molto distante dai canoni del jazz. La
mia anima si tinge di mille colori e si esprime nello stesso tempo su più
fronti. Il mio unico imperativo nel fare musica è non darmi regole, ma seguire
il flusso. È questo il motivo per cui amo suonare, comporre, improvvisare. E mi
piace immaginare di suonare in futuro musica che adesso non riesco ancora a
vedere.
"Magnolia" è il
tuo sesto album. Come si inserisce nel tuo percorso musicale? (è un arrivo, è
un punto di partenza verso altro?)
“Magnolia”
è sia un arrivo che un punto di partenza. È il risultato di due anni di lavoro
scrivendo musica e provandola con gli altri musicisti. C’è di sicuro un filo
che unisce il mio precedente disco “Clessidra” con “Magnolia”. Da diversi anni
sono attratto dalla capacità della musica di evocare immagini. La mia musica
unisce elementi della classica, del rock, della musica africana. La componente
jazzistica esiste nelle improvvisazioni. Tutto questo renda la musica di “Magnolia”una
musica oltre i confini e i generi musicali. Questo è un bel punto di arrivo per
me ed è anche un meraviglioso punto di partenza.
Nell'album
domina il fil rouge dell'infanzia, dai suoni e dalle melodie, brevi e reiterate, fino al
ricorso al carillon. Cosa hai voluto esprimere attraverso questo tema?
“Magnolia”
è il nome che ho immaginato per una bambina. Quello che mi piace esprimere
attraverso questo disco non è tanto l’elemento infantile quanto l’elemento
della meraviglia. Con questo intendo la capacità di vivere gioiendo anche delle
piccole cose, assaporare i giorni come se fossero i primi giorni che viviamo,
tutti da scoprire. Questo è un dono che hanno i bambini, ma che possiamo
riscoprire ancora da adulti. È per questo che i brani di “Magnolia”, pur nella
loro diversità, hanno elementi magici, come i tamburi batà, i glockenspiel, che
uso per il tema di “Come burattini”, o le campane intonate di “Il giro della
testa”.
Quanto è stato importante
il lavoro di squadra con gli altri musicisti che hanno lavorato con te in
quest'album?
Questo
disco è la somma della creatività che ognuno dei musicisti ha portato
all’interno dei brani che ho composto. La cosa speciale è che ormai suoniamo
insieme da 6 anni e questo ha creato un sound nostro. La maggior parte degli
arrangiamenti sono nati nel giro di poche ore. Questo perché “sentiamo”i brani
come se fossimo una unica mente.
Il jazz è genere
internazionale, ma quanto della Puglia e di Bari c'è nella tua musica?
Questo non lo so dire. Credo che essere italiano dia un carattere particolare alla mia musica.
Sono convinto che le radici siano parte del mio sentire, come anche le persone con cui vivo e ho vissuto. Ma anche l’atmosfera di questa splendida terra è uno stimolo per suonare.
Cosa vedi nel tuo futuro
musicale e cosa devono attendersi i tuoi ascoltatori più fedeli?
Vedo
ancora tanta musica. Canzoni, dischi di jazz, elementi rock e disorientanti. Ho
anche appena finito di comporre 21 piccoli brani per pianoforte indirizzati a
chi vuole iniziare a suonare questo meraviglioso strumento.
I
miei ascoltatori devono aspettarsi bella musica.
Aspetteremo anche noi con impazienza i prossimi lavori di Mirko ed intanto ricordiamo ai nostri lettori l'appuntamento del 10 marzo alla Casa delle Arti di Conversano in cui Mirko Signorile terrà un concerto del tour "Magnolia" e presenterà "Come burattini", primo video tratto dall'album.
Trovate le info sul concerto nel nostro post: http://culturami.blogspot.it/2013/03/concerti-domenica-10-marzo-mirko.html)
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