venerdì 4 gennaio 2013

Sabato 5 e domenica 6 gennaio - Teatro Kismet OperA - La lunga Befana

Foto da comunicato stampa
La tradizionale “Lunga Befana” del Teatro Kismet di Bari quest'anno durerà due giorni, entrambi dedicati allo spettacolo "La bicicletta rossa", ma come sempre arricchiti di laboratori e piccoli riti.
Il programma prevede quindi sabato 5 gennaio: alle 17.00 “Facciamo la Befana” - laboratorio di costruzione per i bambini; alle 18.00 lo spettacolo “La bicicletta rossa” della compagnia Principio Attivo Teatro, con Dario Cadei, Silvia Lodi, Otto Marco Mercadante, Cristina Mileti e Giuseppe Semeraro.
Domenica 6 gennaio: alle 18.00 la replica dello spettacolo “La bicicletta rossa”; a seguire cioccolata calda, falò e piccoli riti per salutare la Befana.
“La bicicletta rossa”, diretto da Giuseppe Semeraro e salutato con grande consenso al festival “Maggio all’infanzia 2012”, nasce da una forte necessità di raccontare e tradurre per la scena la storia di una famiglia capace di parlare dell'oggi. A tenere il filo della narrazione c'è Marta che come se sfogliasse un album fotografico ci racconta le strampalate ed eroiche avventure della sua famiglia. Marta non è in scena o meglio, c'è ma non si vede, è nel pancione di sua madre e proprio all'inizio dello spettacolo annuncia: "questa è la storia della mia famiglia prima che nascessi". Le vicende di cui Marta ci parla appartengono al nostro tempo pur essendo incastonate in un'epoca indefinita e lontana rendendo quasi fantastiche e surreali le azioni. La famiglia di Marta per vivere mette le sorprese negli ovetti di cioccolato ma a complicare la sua vita, come la vita di un intero paese, c'è BanKomat il personaggio negativo, proprietario di tutto: della fabbrica degli ovetti, della casa, ma anche della luna e delle stelle e nulla può essere fatto senza pagare qualcosa a BanKomat.La forza di questa famiglia sta nella sua capacità di trasformare uno strumento di vessazione e oppressione in mezzo di liberazione e questo grazie a Pino, il fratello di Marta, che quasi per caso farà ritrovare alla famiglia la sua dignità e il suo riscatto.Il linguaggio utilizzato, ora comico ora riflessivo, narra le peripezie per la sopravvivenza di questa strampalata famiglia, proprio come molte famiglie di oggi capaci di trasformare la quotidianità nel miracolo che resiste. 
Foto da comunicato stampa

Note di regia
Questo lavoro per noi è il frutto di una ricerca molto dettagliata intorno a due tematiche quali l'economia, la famiglia e a come questi due aspetti siano in connessione con il mondo dell'infanzia.Il nostro lavoro di documentazione si è avvalso di diversi strumenti, ma fra tutti quello significativamente più stimolante è stato l'incontro con gli studenti di molte classi elementari.Lo spettacolo è dunque diventato il luogo dove condividere le suggestioni maturate lungo queste tappe di studio e creazione.Quindi: come funziona l'economia e quanto della macroeconomia arriva a influenzare il microcosmo della famiglia?Domande enormi, se confrontate alla consapevolezza di un bambino. Sulla base di queste riflessioni abbiamo costruito e inventato una favola che, in maniera molto semplice, racconta la parabola di una famiglia, ma forse di un intero paese, tenuta in scacco da un personaggio inventato, a cui abbiamo dato il nome di Bankomat. Tutta la vicenda è raccontata dalla piccola Marta, la bimba che, mentre i fatti si svolgono, sta ancora nella pancia della mamma. Bankomat rappresenta il potere economico cieco e avido, che si occupa solo di accaparrare sempre più denaro, senza occuparsi delle persone, che rende sempre più povere ed impaurite, alle quali toglie progressivamente tutti i diritti, compreso quello di guardare le stelle.La famiglia, nella nostra storia, diventa il luogo in cui si sperimenta la povertà ed allo stesso tempo si matura la rivolta (pacifica ma coraggiosa) contro Bankomat e i suoi soprusi nei confronti dei poveri. Quasi per caso, grazie al sogno di Pino, il fratello di Marta, che per il suo ottavo compleanno desiderava tantissimo una bicicletta rossa, la famiglia, e non solo lei, ritroverà la sua dignità e il suo riscatto. Finalmente tutti, non solo l'avido Bankomat, alla fine della storia, saranno liberi di avere dei desideri e di guardare il cielo quanto vogliono. Una favola moderna, ma anche una favola senza tempo, che utilizza un linguaggio da film muto, a tratti clownesco, capace di attraversare differenti stati emotivi, passando dal riso, alla riflessione, alla commozione.

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