martedì 5 febbraio 2013

Interviste - La compagnia Teatro Prisma presenta "Io e Myriam"


Abbiamo incontrato qualche giorno fa la  giovane e promettente compagnia Teatro Prisma di Bari per farci raccontare di loro e dello spettacolo “Io e Myriam” che il gruppo sta portando in giro per la il sud d’Italia. Uno spettacolo sull'amore ai tempi della Shoà, ma anche su quello che accade ancora oggi e che non deve essere dimenticato o, peggio, cancellato.


 
 
                                                                                                    




 
Come sono nati la compagnia e lo spettacolo?

“La compagnia è nata” ci racconta Giovanni Gentile autore del testo teatrale, regista dello spettacolo e fondatore della compagnia “nel gennaio del 2012, dopo un incontro fortuito tra me e Marco Boccia. Ci conoscevamo da tempo, da quando ci eravamo incontrati durante la visita di leva, ma ci eravamo persi di vista. Il ritrovarsi ha fatto nascere questo progetto che è cresciuto pian piano, insieme anche a Vito Liturri. Avevo scritto un racconto, “Io e Myriam” appunto, che aveva vinto il 2° premio al concorso “Vito De Bellis” di Castellana Grotte, e iniziammo a pensare a qualcosa che fondesse più linguaggi, l’azione scenica, la musica, il jazz in particolare di cui sia Vito che Marco sono validi esponenti baresi, la danza e così ne è venuto fuori quello che è lo spettacolo attuale. Cristina Siciliano, giovanissima ma già bravissima ed esperta, è arrivata dopo e le sue doti canore e attoriali ci hanno da subito entusiasmato.”
 
Adesso che ci hai incuriositi ci devi raccontare un po’ di Io e Myriam.
“È un recital con due realtà: da un lato c’è il presente della protagonista Helene (Cristina Siciliano) una vecchia attrice che ricorda gli eventi del passato, dall’altro c’è il passato stesso, quello della Berlino del 1932 in cui lei lavorava in un night club insieme al contrabbassista Erick (Marco Boccia) e al pianista Rudy (Vito Liturri).
La rappresentazione si muove tra queste due dimensioni in un andirivieni tra i due piani temporali, ma la parte centrale della vicenda è quella che riguarda il passato e nello specifico l’incontro tra Helene e Myriam. 

Myriam è una ballerina classica ed è ebrea. Dal loro incontro nasce subito un amore che diventa fusione delle due vite. Helene convince, infatti, Myriam a lasciare tutto e a mettere su uno spettacolo, insieme, all’interno del night. Il nuovo duo ha un successo strepitoso. Sono sexy, brave e bellissime. Le ragazze si godono il successo e anche l'amore che nasce tra di loro, tra prove e spettacoli, tanto che quasi non si accorgono del dramma da cui sono circondate, finchè non vengono denunciate: Miryam in quanto ebrea e Helene per omosessualità. Dopo una notte aberrante di torture e sevizie Helene viene deportata ad Auschwitz. Di Miryam si perde ogni traccia, sembra inghiottita nel nulla.
Helene non ne saprà più nulla di lei, ma non ne perderà mai il ricordo. Helene, da ragazza apparentemente leggera e superficiale, diviene donna profonda e sensibile e da tedesca, diviene ebrea in onore di quel suo amore scomparso e di quel popolo sofferente.
Ma come è iniziato, senza avvisare, così finisce tutto. I carri armati russi entrano nel campo e quello che resta di quegli uomini e di quelle donne è libero.
La scena, poi, torna in teatro, dove il pubblico è rapito da uno spettacolo che niente ha a che fare con quello che si era aspettato di vedere. Helene è in piedi davanti a loro e racconta il seguito della storia. Dopo la guerra ha vissuto a Londra e poi a Roma. Ha ballato e cantato nei più grandi teatri d' Italia. Si è sposata ed è diventata madre e nonna. Dopo quella notte terribile al quartier generale non ha mai più saputo nulla di Miryam e per oltre 60 anni ha inventato ogni sera un finale diverso per quell'amore grazie al quale, solo per il fatto di averlo conservato nella propria memoria, deve la sua salvezza. In realtà quella confessione pubblica non è altro che l'addio di Helene al suo pubblico che per tanti anni l'ha seguita. Si cambia dietro un paravento ed è la Helene della Berlino nazista che chiude la sua carriera e quello strano spettacolo con il suo ultimo numero.”

La musica è un filo di congiunzione tra i vari momenti?
“Sì, la musica si intreccia costantemente alle varie sensazioni ed esperienze della protagonista, seguendo una linea che passa da Cole Porter a Marlene Dietrich fino a Bertold Brecht e Kander & Ebb. Ma a seguire questo percorso ci sono anche gli arrangiamenti di Vito e di Marco e le loro composizioni originali, che anche musicalmente cercano di attualizzare i temi e le situazioni in cui si sviluppano.”

Dalla presentazione che ci hai fatto sembra che lo spettacolo non voglia solo parlare della Shoà, è così?
“Infatti. Non è uno spettacolo sulla Shoà, è uno spettacolo sull’amore, su un amore che va oltre le brutture della storia, ed la storia di un amore vissuto durante l’olocausto e travolto da questo.”
“Anzi – aggiunge Marco Boccia – per la nostra visione e per quello che sta accadendo ancora oggi in Israele, io e Vito avevamo qualche remora nei confronti del popolo ebraico, quindi il modo in cui abbiamo inteso rappresentare anche la realtà storica del contesto è altro. Quella degli ebrei non è stata e, purtroppo, non è ancora l’unica tragedia razziale, ma attraverso di essa intendiamo richiamare anche tutto ciò che è accaduto dopo. Lo si evince ad esempio da un momento stesso dello spettacolo in cui sul sottofondo di un nostro brano Cristina legge algidamente un elenco di tutti gli stermini razziali a cui abbiamo assistito fino ad ora, perché non passino sotto silenzio”.

Ci sembra uno spettacolo intenso e pieno di tematiche forti che sicuramente, come ha già emozionato e fatto riflettere il pubblico nelle precedenti rappresentazioni continuerà a farlo. Quante date avete ancora in previsione?
“Si,” ci risponde Giovanni “gireremo per la Puglia, nei prossimi mesi abbiamo delle date a Barletta, a Modugno, Taranto, Brindisi, Lecce, e la Campania, a Torre Annunziata.”

Teneteci aggiornati allora. E per dopo? Avete già qualcosa in cantiere?
“Per il momento ci stiamo concentrando su Io e Myriam, ma abbiamo già iniziato a lavorare su un altro spettacolo. Si tratta di un excursus sull’erotismo e sulle sue varie sfaccettature ed anche in questo caso stiamo cercando di utilizzare anche il linguaggio della musica e della danza. Per questo nuovo spettacolo l’intenzione è quella di avere una voce recitante, una danzatrice e un trio jazz e di muoversi su testi e musiche originali.”



Ringraziamo Giovanni Gentile, Vito Liturri, Marco Boccia e Cristina Siciliano per la loro attenzione e disponibilità, facciamo loro un grande in bocca al lupo per l’esito delle prossime date dello spettacolo ed invitiamo tutti i nostri lettori ad assistere alle prossime rappresentazioni. Abbiamo potuto avere un piccolo assaggio privato dello spettacolo e si presenta come qualcosa di assolutamente imperdibile per qualità e densità delle tematiche.


Le prossime date di Io e Myriam che la compagnia ci ha comunicato sono:

Domenica 10 febbraio ore 19,30 - Teatro Osservatorio - Bari

Venerdì 5 e sabato 6 aprile presso GOS - Barletta (BAT)

Sabato 20 e Domenica 21 aprile presso Spazio Torres – Modugno (BA)

Venerdì 26 e Sabato 27 aprile presso Sala Nevia - Torre Annunziata (NA)

 
 
 
 
[Le foto inserite nell'articolo sono di L. Paglionico e fanno parte del comunicato stampa dello spettacolo]

 

1 commento:

  1. bellissimo spettacolo, atmosfere, musica, emozioni e... bellissima anche lei...

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