martedì 5 marzo 2013

Interviste - Cultur@mi incontra Mirko Signorile

Mirko Signorile, pianista barese da tempo affermato nel panorama musicale nazionale e che vanta numerose collaborazioni con artisti di calibro internazionale quali Dave Liebman, Greg Osby, Coung Vu, Enrico Rava, Paolo Fresu, David Binney, Gianluca Petrella, Fabrizio Bosso, Gaetano Partipilo, Roberto Ottaviano, Davide Viterbo, il 30 novembre 2012 ha pubblicato il suo sesto album intitolato “Magnolia” (Auand records). È un lavoro composto da 11 brani originali scritti e arrangiati sapientemente da Signorile e dai suoi compagni d’avventura: Giovanna Buccarella (violoncello), Giorgio Vendola (contrabbasso), Fabio Accardi (batteria), Cesare Pastanella (percussioni) e con la partecipazione di Giovanna Carone (voce).

Nell’album Mirko crea melodie giocate sulla successione di brevi frasi musicali, semplici ma in grado di creare atmosfere fortemente immaginifiche che gradualmente, attraverso i crescendo, aprono agli spazi di una virtuosa e gioiosa improvvisazione jazzistica.

Abbiamo incontrato Mirko per conversare con lui e conoscere qualcosa di più sul suo percorso musicale e su “Magnolia”.

Come e quando è iniziato il tuo rapporto con la musica?

Il mio amore per la musica è iniziato da quando sono nato. Sono cresciuto in una famiglia con la passione per la lirica, soprattutto Puccini, ma anche per le canzoni d’autore e il rock psichedelico. Mio padre comprò un pianoforte verticale Baltur quando avevo 3 anni. A lui piaceva suonarlo cercando le note ad orecchio. Era una passione che si portava dentro da anni e spesso, nei ristoranti dove lavorava, nei tempi di pausa si avvicinava al pianoforte e improvvisava. Così, come dicevo, il pianoforte ha incominciato a farmi compagnia fin da quando ero piccolo. All’età di 6 anni ho preso le prime lezioni di musica e da allora non ho mai smesso di suonare.

Quali sono stati e quali sono i tuoi maestri? 

Ho studiato per diversi anni presso l’Accademia musicale di Modugno diretta dal M° Battista Bia. Ho preparato con lui l’ottavo anno di pianoforte. Dopo l’esame, avendolo superato brillantemente, feci domanda per entrare nel Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari. Qui ho frequentato gli ultimi due anni studiando con il M° Giuseppe Domenico Binetti. In quegli anni già suonavo jazz, soprattutto fusion. Avevo voglia di saperne di più e di approfondire il linguaggio. Così per puro caso scoprii il pianista Gianni Lenoci con il quale ho studiato per tre anni. È stato fondamentale per la mia crescita ed evoluzione. Mi ha fatto scoprire musica che probabilmente senza di lui non avrei ascoltato. Soprattutto mi ha trasmesso l’importanza del tocco pianistico e della curiosità musicale. Grazie a lui ho imparato ad amare artisti come Paul Bley e Luca Flores, che occupano un posto speciale nella mia sensibilità.

Su quali linee si è mosso il tuo lavoro di ricerca musicale fino ad ora?

La mia ricerca si muove senza seguire un percorso prestabilito. Ho sempre suonato ciò che sentivo di suonare. Il mio primo disco “In full life” prendeva spunto dal free jazz e dalle nuove scene musicali newyorkesi. “Magnolia”, invece, è un disco evocativo, molto melodico e anche molto distante dai canoni del jazz. La mia anima si tinge di mille colori e si esprime nello stesso tempo su più fronti. Il mio unico imperativo nel fare musica è non darmi regole, ma seguire il flusso. È questo il motivo per cui amo suonare, comporre, improvvisare. E mi piace immaginare di suonare in futuro musica che adesso non riesco ancora a vedere.

"Magnolia" è il tuo sesto album. Come si inserisce nel tuo percorso musicale? (è un arrivo, è un punto di partenza verso altro?)

“Magnolia” è sia un arrivo che un punto di partenza. È il risultato di due anni di lavoro scrivendo musica e provandola con gli altri musicisti. C’è di sicuro un filo che unisce il mio precedente disco “Clessidra” con “Magnolia”. Da diversi anni sono attratto dalla capacità della musica di evocare immagini. La mia musica unisce elementi della classica, del rock, della musica africana. La componente jazzistica esiste nelle improvvisazioni. Tutto questo renda la musica di “Magnolia”una musica oltre i confini e i generi musicali. Questo è un bel punto di arrivo per me ed è anche un meraviglioso punto di partenza.

Nell'album domina il fil rouge dell'infanzia, dai suoni e dalle melodie, brevi e reiterate, fino al ricorso al carillon. Cosa hai voluto esprimere attraverso questo tema?

“Magnolia” è il nome che ho immaginato per una bambina. Quello che mi piace esprimere attraverso questo disco non è tanto l’elemento infantile quanto l’elemento della meraviglia. Con questo intendo la capacità di vivere gioiendo anche delle piccole cose, assaporare i giorni come se fossero i primi giorni che viviamo, tutti da scoprire. Questo è un dono che hanno i bambini, ma che possiamo riscoprire ancora da adulti. È per questo che i brani di “Magnolia”, pur nella loro diversità, hanno elementi magici, come i tamburi batà, i glockenspiel, che uso per il tema di “Come burattini”, o le campane intonate di “Il giro della testa”.

Quanto è stato importante il lavoro di squadra con gli altri musicisti che hanno lavorato con te in quest'album?
 
Questo disco è la somma della creatività che ognuno dei musicisti ha portato all’interno dei brani che ho composto. La cosa speciale è che ormai suoniamo insieme da 6 anni e questo ha creato un sound nostro. La maggior parte degli arrangiamenti sono nati nel giro di poche ore. Questo perché “sentiamo”i brani come se fossimo una unica mente.

Il jazz è genere internazionale, ma quanto della Puglia e di Bari c'è nella tua musica?

Questo non lo so dire. Credo che essere italiano dia un carattere particolare alla mia musica.
Sono convinto che le radici siano parte del mio sentire, come anche le persone con cui vivo e ho vissuto. Ma anche l’atmosfera di questa splendida terra è uno stimolo per suonare.

Cosa vedi nel tuo futuro musicale e cosa devono attendersi i tuoi ascoltatori più fedeli?

Vedo ancora tanta musica. Canzoni, dischi di jazz, elementi rock e disorientanti. Ho anche appena finito di comporre 21 piccoli brani per pianoforte indirizzati a chi vuole iniziare a suonare questo meraviglioso strumento.
I miei ascoltatori devono aspettarsi bella musica.
 
 
Aspetteremo anche noi con impazienza i prossimi lavori di Mirko ed intanto ricordiamo ai nostri lettori l'appuntamento del 10 marzo alla Casa delle Arti di Conversano in cui Mirko Signorile terrà un concerto del tour "Magnolia" e presenterà "Come burattini", primo video tratto dall'album.
 
 


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